Il valore di un gruppo dirigente, di un Sindaco, assessore, consigliere comunale di maggioranza, a mio parere, si misura anche e forse sopratutto dal grado di responsabilità che ci si assume dal momento in cui si viene chiamati a ricoprire un certo incarico pubblico. Se questo è vero, al Comune di Chieti siamo allo zero o giù di lì. Se si ha la pazienza di rileggersi le quintalate di comunicati stampa sfornati da Sindaco, assessori e consiglieri comunali di destra dal mese di aprile 2010 sino a domenica scorsa, si capisce che tutto ciò che non va è da addebitare ai cinque anni, sui 67 complessivi, che sono stati governati dal centrosinistra (dal 2005 al 2010). Gli eredi della Dc hanno rimosso i 47 anni dei loro antenati, quelli di destra i loro 15. Questo davvero strano modo di ragionare ricompare adesso sulle vicende della Tares, addebitate dall'assessore al bilancio Roberto Melideo “alla politica romana e non certo all'Ente comunale”. Il che è anche vero. Ma quanto sta succedendo non è figlio di nessuno. Ci sono padri e madri facilmente riconoscibili se solo si avesse l'onestà intellettuale di non abiurarli. Melideo fa giustamente riferimento al debito pubblico che, dal 95% del Pil del 1990, quando premier era Giulio Andreotti, è arrivato a circa il 130% stimato dall'attuale governo Letta, con i suoi 2100 miliardi di € che, in soldoni, ragionando con Trilussa, significano un debito di 35 mila € per abitante, neonati compresi. Ora, tanto per stare ai fatti documentati e che un assessore al bilancio dovrebbe conoscere, il nostro debito pubblico, dal 1995 al 2000 (primo governo Prodi dopo la famosa discesa in campo di Silvio Berlusconi con la vittoria elettorale del 1994) è progressivamente sceso ( dal 120,6 al 109,2% del Pil), è rimasto pressoché stazionario dal 2001 al 2005, 2° governo Berlusconi (dal 108,7 al 105,5%), ridisceso nel 2007 al 103,1% (2° governo Prodi), risalito nel triennio 2008-2010, 3° governo Berlusconi, esploso negli ultimi tre anni, governo 'tecnico' Monti prima e larghe intese dopo con Enrico Letta come dimostra il grafico sottostante, ripreso dal sito on line linkiesta.
Quindi,mentre si può tranquillamente condividere un giudizio negativo sulle responsabilità che accomunano destra e sinistra che hanno governato, alternandosi o intendendosi più o meno largamente, per la Tares decisamente no. Perché se siamo arrivarti all'attuale situazione e confusione che stanno mandando in tilt i commercialisti e i Caf, le responsabilità ci sono e sono delle destre che hanno voluto lo scalpo dell'Imu, con Berlusconi prima ed Alfano poi, non facendola pagare anche ai ceti più benestanti che l'avrebbero potuto tranquillamente pagare senza affanni. Forse mi sono distratto ma non mi sembra che Di Primio e Melideo abbiano mai preso le distanze da quest' ennesimo regalo fatto dalle destre ai ceti meno abbienti. Forse, almeno questo è il mio convincimento, nell'incontro tra Renzi e Berlusconi di ieri sarebbe stato utile e necessario affrontare anche questo problema perché le pur necessarie riforme istituzionali, ammesso che andranno in porto, non elimineranno questa ennesima ingiustizia fatta dalle destre contro la parte più debole della popolazione italiana.
Giustino Zulli
Chieti, 20 gennaio 2014
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