1 – Questa volta ha proprio ragione Cacciari: Renzi e soprattutto i renziani mettano in modo chiaro e definitivo la parola fine alla telenovela della staffetta; e, anziché presentare – come faceva ai tempi di Lascia o raddoppia Mike Bongiorno – le tre buste a Letta perché scelga, da segretario del PD Renzi si assuma fino in fondo le sue responsabilità e dica se vuole dare una mano a Letta per impostare la ripartenza del governo, di cui il Paese ha un bisogno estremo, oppure se intende mettere in piedi un suo governo o addirittura andare a stretto giro a elezioni anticipate.
Finora Renzi non ha parlato chiaro, mandando alla grande opinione pubblica nazionale messaggi tra loro contraddittori e che di fatto si elidono l’un l’altro e muovendosi in modo tale da rinviare alle calende greche (addirittura al 20 febbraio) una discussione sulla questione-governo alla Direzione del PD, quando invece una tale discussione bisognava farla a tamburo battente, nel momento cioè in cui lo stesso Letta sottolineò (siamo ai primi di gennaio) la necessità di imprimere una svolta decisa all’attività di governo e avviò anche un primo giro di ricognizione tra i partiti della maggioranza.
Oggi, per il punto a cui è giunto il balletto staffetta sì-staffetta no-elezioni anticipate e per il livello raggiunto dalla confusione tra la grande opinione pubblica, la situazione rischia di aggrovigliarsi ancora di più e farsi assai pericolosa. E’ ora quindi di dire senza riserve e in modo che tutti capiscano da che parte e attraverso quali percorsi si vuole andare da parte del PD. Sperando però che alcune cose siano chiare a tutti: la staffetta può tornare utile solo a coloro (e sono tanti: da Grillo a Berlusconi alla Lega…) che puntano a bruciare – in un colpo solo – sia Letta che Renzi; e, quanto alle elezioni anticipate, esse sarebbero un rimedio ancora peggiore perché il loro esito riproporrebbe né più né meno che i rapporti di forza attuali tra le maggiori forze del Paese (e questo lo dovrebbero sapere bene anche i dirigenti di Confindustria e degli stessi sindacati).
L’unica strada, questa è la mia opinione, è quella del rilancio di un nuovo governo Letta, con contenuti condivisi che davvero intercettino e diano risposte ai problemi urgenti che sono sotto i nostri occhi e percorsi istituzionali adeguati per dargli forza e autorevolezza.
E’ evidente che tutto questo non sta in piedi se il PD non dice con nettezza quale è la scelta che intende fare e non la fa al più presto.
Continuare ancora a navigare – come sta avvenendo in queste settimane – nella nebbia delle ambiguità può solo alimentare il malessere del Paese e fare da sponda agli sfasciacarrozze.
A conclusione della sua intervista di ieri a Repubblica, Cacciari invita Renzi a leggere le cose che scrive Machiavelli a proposito di fortuna e virtù bene ordinata. Un richiamo sacrosanto, ma – perché ne sia più chiaro il senso – voglio riportare qui la parte più significativa del capitolo XXV de Il Principe che ci dice qualcosa di fondamentale anche a proposito dello sbriciolamento che il territorio nazionale sta subendo in queste settimane a causa del maltempo: Perché el nostro libero arbitrio – egli scrive – non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l’altra metà, o presso, a noi. Et assomiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi, che, quando s’adirano, allagano e’ piani, ruinano li arberi e li edifizii, lievono da questa parte terreno, pongono da quell’altra: ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede allo impeto loro, sanza potervi in alcuna parte obstare. E, benché sieno cosí fatti, non resta però che li uomini, quando sono tempi quieti, non vi potessino fare provvedimenti, e con ripari et argini, in modo che, crescendo poi, o andrebbono per uno canale, o l’impeto loro non sarebbe né si licenzioso né si dannoso. Similmente interviene della fortuna: la quale dimonstra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resisterle, e quivi volta li sua impeti, dove la sa che non sono fatti li argini e li ripari a tenerla“.
Insomma, anche se la fortuna “è amica dei giovani”, non basta essere giovani per governarla a proprio vantaggio…
2 – E’ proprio un segnale ai naviganti l’esito del referendum svizzero sull’immigrazione, che non a caso è stato salutato come un grande successo dalla destra xenofoba europea.
Siamo alla vigilia delle elezioni europee e, se l’Europa non vuole disperdere al vento della paura e dei populismi più ciechi che oggi tengono la scena in tanti paesi del continente i frutti dell’integrazione finora raggiunti grazie alla nascita dell’Europa unita e mantenere aperta la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa, è ora che essa si dia una mossa e torni ad essere fattore di crescita, benessere e giustizia sociale per i popoli del continente e punto importante di riferimento per il resto del mondo, mandando finalmente al macero la politica di una austerità divenuta ormai – come ha giustamente sottolineato Napolitano nel suo bellissimo discorso al Parlamento europeo – solo ideologia. E l’Italia dia a questo fine il suo miglior contributo: nessuno più di noi ha interesse a che si affermi una nuova politica a livello europeo, non solo per se stessa, perchè senza nuove scelte dell’Unione la crisi italiana non si supera, ma anche per l’Europa stessa e il mondo perché un’Europa frammentata, dominata dalle paure e chiusa verso l’esterno come un fortino non solo sarebbe fonte di nuove diseguaglianze e povertà, ma rappresenterebbe un pericolo anche per la pace con il risorgere di nuovi e aggressivi nazionalismi.
Il PD, nelle prossime settimane si prepara a ospitare il congresso del PSE e a entrare finalmente nello stesso PSE: è il miglior contributo che i democratici italiani possono dare alla causa del rafforzamento e dell’allargamento delle forze che lottano per una nuova Europa.
3 – Sempre a proposito di Europa: il recente Congresso di SEL, in vista delle prossime elezioni europee, ha scelto di sostenere Tsipras – anziché Schultz – come candidato alla presidenza della Commissione UE, però Vendola dichiara nello stesso tempo che vuole aderire anche lui al PSE.
In sostanza, Vendola alle elezioni andrà in compagnia di Ferrero, Ingroia, ecc. (quelli, per intenderci, della lista Rivoluzione Civile, che alle ultime elezioni politiche hanno dato una bella mano a Grillo e a Berlusconi contro il PD), ma per accasarsi poi nel Parlamento europeo sceglie una casa che sia in grado di offrirgli qualcosa. Ma possibile che SEL e Vendola non riescano ancora a uscire dall’adolescenza e a diventare adulti? Eterni Peter Pan!!!
4 – Grillo e Berlusconi ancora uniti contro Napolitano: questa volta a unirli è il “complotto” che sarebbe stato ordito dal Capo dello Stato contro il Cavaliere, quando tutti sanno che – per il precipitare progressivo dei conti dell’Italia e gli scandali scoppiati a ripetizione nella corte dei miracoli berlusconiana – il governo del centrodestra era già in via di disfacimento e a breve sarebbe stato commissariato dalla UE, costringendo Berlusconi alle dimissioni.
Ma perché Berlusconi ce l’ha con Napolitano lo sanno tutti: il Cavaliere si aspettava la grazia, ma il Presidente della Repubblica gli ha detto no. Per Grillo, invece, la ragione è tutta politica: egli vuole colpire quello che è l’icona della democrazia rappresentativa e l’uomo delle istituzioni più apprezzato dagli italiani perché questo renderebbe più facile l’affossamento di coloro che egli chiama gli “zombi”.
Grillo – non avendo finora mosso un dito per far pendere la bilancia della politica italiana verso il cambiamento e rendendosi conto che proprio per questa ragione non ha molto da vantare presso gli italiani in occasione delle europee – cerca di supplire a questa assenza di risultati cercando da un lato di trascinare nel fango le istituzioni più rappresentative del Paese e dall’altro di creare il caos (come i grillini hanno fatto qualche settimana fa, bloccando il Parlamento) per tentare in questo modo di convogliare sulle sue liste alle europee la rabbia e la protesta dei più colpiti dalla crisi e nello stesso tempo di affossare la nuova legge elettorale e la riforma del Senato e del titolo V della Costituzione.
Ma, anche se i metodi e i percorsi sono diversi, alla fine quello che conta è che Grillo e Berlusconi marciano mano nella mano contro l’Europa e contro la democrazia italiana…
http://antoniociancio.wordpress.com/2014/02/11/a-proposito-di/#more-1456
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