L'11 febbraio 1944, a Colle Pineta di Pescara, nove partigiani teatini- Pietro Cappelletti, Nicola Cavorso, Massimo Beniamino Di Matteo, Raffaele Di Natale, Stelio Falasca, i fratelli Alfredo e Aldo Grifone, Vittorio Mannetti e Aldo Sebastiani- sono stati fucilati dai nazisti invasori che, grazie alle servili delazioni della banda capeggiata dal famigerato tenente fascista Mario Fioresi, sono stati arrestati, imprigionati e torturati.
Uno dei tanti giovani fascisti collaborazionisti dei tedeschi che faceva parte di questa banda Fioresi, si chiamava Marino Solfanelli, deceduto nel suo letto, assistito dai suoi due figli, nei giorni scorsi a 88 anni..
Poiché da parte di alcuni nostalgici esponenti di destra sono state scritte frasi in sua memoria, non condivise, la sezione A.n.p.i. (Associazione nazionale partigiani italiani ) “Alfredo Grifone” di Chieti, ha cercato di rimettere a posto le cose, per verità storica, pur nell'umana pietà che si deve a tutti i morti, con un suo comunicato firmato dall'attuale Presidente Aldo Mario Grifone, nipote dei fucilati Alfredo e Aldo. L'Anpi ha ricordato i documenti del controspionaggio inglese “che provano in modo incontrovertibile l'intensa attività di collaborazione del signor Marino Solfanelli con la famigerata 'banda Fioresi', partecipando a perquisizioni, ruberie e soprusi a danno di liberi cittadini e alla cattura e perfino tortura dei partigiani fucilati a Colle Pineta” come ha ricordato in sue diverse pubblicazioni lo storico teatino Filippo Paziente.
Uno dei due figli di Solfanelli ha scritto, in risposta al comunicato Anpi, una difesa del padre, non degnandosi di dedicare nemmeno una parola ai partigiani fucilati.
Nessuno, ovviamente, contesta ai figli di difendere il proprio padre. Anche il figlio del boia Erich Priebke- responsabile dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, dove furono uccisi barbaramente, con due colpi di pistola alla nuca, 335 inermi persone innocenti, vecchi, donne e bambini massacrati senza pietà per rappresaglia- ha sempre difeso il padre sostenendo che si era limitato ad eseguire gli ordini che gli erano stati dati, a nome di Hitler, dal giovane capitano Herbert Kappler.
“Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto/ chi ha dato, ha dato, ha dato/ scurdammece 'o passato,/simme 'e Chieti, paisà”.
Parafrasando la celebre canzone scritta nell'immediato dopoguerra, io credo, al contrario, che non ci dobbiamo scordare proprio niente del nostro passato che deve, al contrario, essere sempre presente per evitare di ricadere, nel futuro, negli errori e negli orrori di tragiche epoche storiche.
Marino Solfanelli, come già ricordato, è morto a 88 anni. Nel suo letto. Con i suoi figli vicino.
Alfredo Grifone era nato il 21 aprile 1920. Suo fratello Aldo il 6 marzo 1923.
Quando sono stati fucilati barbaramente, Alfredo aveva da compiere 24 anni. Aldo ne aveva compiuto, da poco, 21.
Erano nel fiore degli anni, quando si pensa al futuro, ad un mondo migliore, non a essere fucilati.
Di questo, il figlio di M. Solfanelli, tutto teso ad esaltare le eroiche gesta del padre, non ha parlato.
Giustino Zulli
Chieti, 01 febbraio 2014
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